26.08.2013

Francesco De Gregori incanta il Festival di Villa Arconati

26.08.2013

Francesco De Gregori incanta il Festival di Villa Arconati

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Bollate. Francesco De Gregori, uno degli artisti più attesi tra il ricco calendario degli eventi musicali di Villa Arconati, ancora una volta, non ha deluso il suo caloroso pubblico ultra generazionale che lo segue da quarant’anni.

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Nella suggestiva cornice bollatese, Francesco e la sua nutrita band hanno presentato una delle numerose date di “Sulla Strada Tour”, spettacolo che consacra il successo già ottenuto con l’omonimo album uscito nel Novembre 2012, già disco d’oro.

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È una data estiva, siamo all’aperto e per le circa 3000 persone presenti alla serata, De Gregori ha riservato una versione più frizzante e movimentata del suo spettacolo rispetto a quello che ci aveva presentato la scorsa primavera nei teatri, sia nelle gestualità che nella scelta delle canzoni. Non c’è il solito sgabello che conferiva fin troppa staticità allo spettacolo e impediva all’artista di accompagnare fisicamente le canzoni.

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Il concerto si apre con Il Canto delle Sirene, brano del 1987, che con durezza mette in correlazione il tema mitologico e onirico del viaggio con quello del divario generazionale, non privandosi di espliciti riferimenti al romanzo melvilliano Moby Dick.

Prima di aprire la gioielleria di successi e ricordi, come metaforicamente annuncia Francesco, ci presenta alcuni pezzi tratti proprio dall’ultimo album: Passo d’uomo, Belle Époque e Guarda che non sono io; quest’ultimo, molto apprezzato e già conosciuto al pubblico, affronta il rapporto tra il De Gregori artista e un suo ammiratore, che spesso si rivela essere illusorio e superficiale.

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Il viaggio prosegue con la celeberrima Titanic; il brano del 1982, per quanto metta allegria e faccia venir voglia di ballare, non è altro che una metafora dell’umanità che, suddivisa in classi, si dirige verso un disastro comune.

Questo concerto verrà ricordato dai fans più incalliti di De Gregori soprattutto per l’inserimento in scaletta di alcuni brani molto belli ma che di solito non compaiono nei suoi spettacoli: delle vere e proprie chicche per le nuove generazioni.

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Caterina è un brano di pura poesia del 1982,che Francesco ha scritto per Caterina Bueno. Il verso «E la chitarra veramente la suonavi molto male, però quando cantavi sembrava Carnevale.» fa riferimento al fatto che la cantante folk fiorentina nel 1971 scritturò il giovane De Gregori come chitarrista per la sua tournée.

Tuttavia è noto che oltre alla chitarra,Francesco suona divinamente anche l’armonica,e in questa esecuzione non si è risparmiato affatto.

Le altre perle sono Renoir e Il ’56,estratte entrambe dall’album De Gregori del 1978, che nascono da due sicure fonti d’ispirazione per Francesco quali la storia e il viaggio.

Siamo a metà dello spettacolo,l’artista riprende in mano la chitarra,prima elettrica ora acustica, e incanta il pubblico con l’ intensissima e concreta Generale,che il pubblico intona all’unanimità,e la più astratta ma non meno sentita Atlantide. L’entusiasmo non sembra placarsi,e tutti gridano il nome di Francesco all’udire
di capolavori come Il Panorama di Betlemme in versione rock, Niente da Capire, Viva l’Italia e Il Bandito e il Campione.

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Questo brano,come ricorda De Gregori dal palcoscenico,è stato scritto dal fratello Luigi Grechi e racconta della vicenda ormai dimenticata del ciclista Costante Girardengo e del bandito Sante Pollastri. Essendo quest’ultimo un brano dal ritmo molto movimentato,sia il pubblico sia la band accennano qualche passo di danza, mentre Francesco ringrazia calorosamente togliendosi per un istante l’inseparabile cappello. Dopo una breve pausa,De Gregori torna sulla scena,ma questa volta in veste di pianista,tanto per dare una conferma in più della sua enorme competenza musicale oltre che letteraria:esegue Sempre e per sempre, la Storia siamo noi, con l’accompagnamento della bravissima violinista e vocalist Elena Cirillo, e Santa Lucia. Questo ultimo brano,dall’arrangiamento abbastanza scarno,si conclude con un accenno strumentale di Come è profondo il mare, divenendo senza dubbio un omaggio al grande amico e collega Lucio Dalla,scomparso nel marzo 2012; inoltre Santa Lucia era considerata senza ombra di dubbio da parte di Dalla la canzone più bella mai scritta da De Gregori. L’emozione è tanta, ma lo spettacolo deve proseguire. Negli ultimi concerti, una delle grandi assenti è sicuramente Alice non lo sa, brano del 1973 e primissimo grande successo di De Gregori; tuttavia,in questa occasione,sembra essere ben rimpiazzata da La Ragazza del ’95,
il singolo più recente estratto dell’ultimo album che racconta di una ragazza diciottenne che sembra mostrare maggior consapevolezza per quello che le accade intorno e quello che le aspetta rispetto alla Alice degli anni ’70.

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Gli arrangiamenti dei brani in questo spettacolo vanno dal blues al rock,dalla musica gitana al jazz, grazie anche alla competenza della band che  accompagna Francesco, tra cui spiccano strumenti come fisarmonica, tromba,trombone e violino, i quali non si vedono di frequente nei gruppi odierni.

Per questa serata speciale, dopo la bella esecuzione di Un Guanto e una versione più lenta e dolce di Vai in Africa, Celestino!, la scaletta continua ad essere totalmente ribaltata e arricchita di nuovi brani come Finestre Rotte e Il futuro, una traduzione letterale di un brano molto celebre di Leonard Cohen, che lo stesso Francesco ritiene molto difficile all’ascolto e non di immediata comprensione per le tematiche affrontate; ma il pubblico risponde ancora una volta con caloroso affetto. Lo spettacolo sembra finire, De Gregori saluta tutti, augura una buonanotte al suo pubblico e esce dal retro con i suoi  musicisti; ma la gente urla il suo nome con così tanta insistenza che nel giro di pochissimo tempo Francesco è di nuovo sul palco per concedere il bis e completare lo spettacolo con i suoi brani più celebri, mescolati a canzoni estratte ancora dal nuovo album: ed è così che La Donna Cannone,Rimmel e Buonanotte Fiorellino,eseguita sia in versione originale sia in una versione più ritmata e movimentata,si mescolano alla perfezione con Showtime e Falso Movimento.

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Ora lo spettacolo è davvero concluso,De Gregori e la sua band escono definitivamente dal palco e si ritirano nei loro camerini, mentre il pubblico si avvia verso l’uscita soddisfatto e canticchiando ancora qualche verso di  canzone.

I commenti e le impressioni sono tutte positive,anche di chi non era già un ammiratore di Francesco,e perciò non ci resta che augurare una buon lavoro e una lunga vita fatta ancora di tanta buona musica al Principe della canzone italiana.

Guest blogger: Ilaria Baisi 

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