Villa Arconati con la sua magnificenza barocca ci accoglie e ci ospita per qualche ora: sul palco allestito nel giardino della dimora questa sera si esibirà Goran Bregović, musicista anticonvenzionale per le nostre orecchie abituate ad altre sonorità. L’artista porta con sé il suo bagaglio folkloristico di appartenenza, valorizza e ci fa scoprire i ritmi balcanici, quella musica gitana che nel nostro immaginario riconduciamo alle danze intorno ai falò, coinvolgenti e infinite.
Goran Bregović materializza le sue origini e le tradizioni della sua cultura di appartenenza e lo fa semplicemente con la musica, unica in grado di inebriare il corpo di ciascun spettatore che alla prima nota comincia a muoversi a tempo di musica senza nemmeno rendersene conto.
Sul palco pochi elementi: lui stesso al centro, i sei musicisti e le coriste in abiti balcanici attorno come una cornice. Proprio questa semplicità è ciò che colpisce di primo acchito lo spettatore; abituati a frequentare concerti che hanno fatto dell’elemento spettacolare e scenografico il marchio di fabbrica, Bregović preferisce sostenere l’intera serata con la sola musica, in grado ancora di stupire gli ascoltatori, coinvolgendoli totalmente.
Niente luci e fumo, ma solo la strumentazione costituita in prevalenza di fiati e percussioni, oltre alla sua immancabile chitarra elettrica.
Credo che proprio in questo particolare momento della storia musicale Bregović abbia fatto dell’essenzialità anticonvenzionalità, riproponendo spettacoli distanti da quelli attualmente in voga, spettacoli retró e di stampo popolare, in grado di trascinare il pubblico, rompendo quel tradizionale muro che divide il luogo del palcoscenico dal luogo della platea.
Una volta Federico García Lorca parlò del duende, uno stato emotivo elevato, un vortice di sensazioni interiori, espressivo ed autentico che conduce alla creazione artistica.
Il termine, riferibile ad ogni forma di arte e dunque ad ogni artista, nasce in realtà in ambito prettamente musicale, riferendosi al flamenco, altra branca dell’animo gitano.
L’ho visto il duende, proprio qui a Villa Arconati, nella sera del 4 luglio, sotto un cielo stellato , con Goran Bregović.
Guest blogger: Fabio Marini