02.02.2015

7 Ritratti Fotografici A Phnom Penh Utilizzando Luci E Ombre

02.02.2015

7 Ritratti Fotografici A Phnom Penh Utilizzando Luci E Ombre

Una mattina di marzo, mentre camminavo avvolta dall’atmosfera delle strade di Phnom Penh, un fascio di luce calda che filtrava tra gli alberi ad alto fusto del centro città raggiunse il volto di un uomo immobile su una panchina. Indossava un cappello elegante e sul volto erano evidenti i segni del tempo. Quando si viaggia in un paese nuovo, un paese che ancora non si conosce, parlare con i locali, scambiare opinioni, discutere di attualità è un modo meraviglioso per sentirsi a proprio agio come a casa e per capire meglio un popolo.

Yong, cambogiano doc, si è trasferito nella capitale da qualche anno, prima viveva in campagna, vicino al lago Tonle Sap, il più grande bacino del sud est asiatico.

Il desiderio di immortalare l’incontro con Yong, di ricordare quel viso così dolce e sincero mi hanno spinto a scattare una fotografia che conservo con soddisfazione. L’alba e il crepuscolo, caratterizzati da una luce avvolgente ed intensa, sono due momenti della giornata particolarmente favorevoli per la realizzazione di ritratti.

yong-ritratto

Per fare in modo che il soggetto del nostro ritratto sia rilassato e spontaneo al momento dello scatto è importante instaurare un rapporto con chi stiamo per fotografare. Presentarsi, scambiare due parole e sorridere permette di abbattere quelle barriere invisibili che esistono tra due sconosciuti, di porre le basi per un rapporto, seppur breve, di fiducia reciproca dove il protagonista della nostra immagine riuscirà a guardarci con meno timori e paura.

Nella fotografia scattata a Yong, l’anziano signore cambogiano guarda l’obiettivo mostrando i suoi sentimenti, spogliandosi di pregiudizi e preconcetti, nella fotografia Yong è genuino e questo è accaduto perché prima di mostrargli la macchina fotografica, ho mostrato me stessa.

Durante il viaggio in Cambogia mi sono capitate altre occasioni propizie per realizzare ritratti particolari come nel caso della signora che, riparandosi il volto sotto un ampio cappello, vendeva fiori davanti alla Silver Pagoda o ai bimbi che giocavano con i piccioni senza badare a ciò che accadeva intorno. Non sempre è possibile confrontarsi con chi si vuole fotografare: spesso la lingua o la situazione non lo permettono, ma questo non ci deve precludere il fatto di scattare. L’obiettivo principale di un ritratto deve essere quello di riuscire a raccontare ciò che il protagonista è o fa, deve poter narrare una storia a chi guarda l’immagine senza bisogno di parole.

venditrice-di-fiore

Se l’intento è per esempio quello di spiegare che puoi incontrare la venditrice di fiori dal cappello largo a Phnom Penh, che, per lavorare meglio, si sposta continuamente da un lato all’altro della piazza mostrando la sua merce con orgoglio e che spesso è assorta nei suoi pensieri, cercherò di seguire alcune accortezze che spieghino la storia in maniera corretta. Proverò per esempio ad inserire nell’inquadratura un particolare che identifichi il luogo dove ci troviamo, userò la regola dei terzi immortalando la donna che volge lo sguardo verso il centro dell’inquadratura  per trasmettere meglio l’idea del movimento e dell’azione. Scatterò la fotografia aspettando che il soggetto guardi un particolare lontano per trasmettere la sensazione di spensieratezza o distensione.

cambogiana

Come dicevo prima le ore più interessanti per realizzare ritratti sono quelle che coincidono con l’alba e il tramonto, ma non sempre è possibile essere nel luogo giusto al momento più opportuno.

monaco-cambogiano

Un’altra tecnica che desta  interesse in chi guarda la foto è catturare un istante particolarmente intenso. Mi è capitato di trovarmi in un vicolo della capitale cambogiana in un pomeriggio particolare in cui il sole non riusciva a lambire il volto di cinque bambini che giocavano per strada. La situazione era piuttosto interessante: alcuni bimbi, scalzi e sporchi, si scambiavano sguardi di sfida intorno ad un pallone. La presenza di un’estranea ha interrotto quella sorta di rito silenzioso spostando l’attenzione su di me. Qualche foglio di carte e alcune penne  si sono rivelate armi vincenti per conquistare la loro fiducia e realizzare delle belle immagini nonostante la mancanza di luce. I bambini rapiti dalla magia del disegno si sono mostrati in tutta la loro espressività raccontando storie di pirati, di calciatori e ballerine nelle strade di Phnom Penh.

bambina-fiocco

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Leo e Vero

Leo e Vero sono due instancabili viaggiatori che amano scoprire il mondo in sella ad una bicicletta. Dopo dieci mesi in bici nel sud est asiatico, sono rientrati in Italia ma dedicano ogni momento libero alla bicicletta, al viaggio ed alla fotografia. Hanno viaggiato in lungo e in largo ma sono convinti che il viaggio più bello è sempre quello che deve essere ancora fatto… perché “Perchè viaggiare è ricordare il passato, vivere il presente e sognare il futuro”

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