15.10.2016

Escursioni fotografiche in città con il TwistGrip

15.10.2016

Escursioni fotografiche in città con il TwistGrip

Quando iniziai a viaggiare per il mondo e a percorrere gli itinerari escursionistici di montagna, avvertii il desiderio e quindi il bisogno di condividere direttamente le mie foto sui social network. Il mio obiettivo all’epoca era lo scontro con la realtà tecnica del mio smartphone e più precisamente con l’effetto sfocato causato dal movimento che si verificava durante gli scatti. Avendo scelto di usare e ovviamente di acquistare una fotocamera reflex con qualità fotografica più alta (in proporzione al prezzo) rispetto a uno smartphone, non utilizzavo il mio telefono per scattare foto. Infatti, data la scarsa sensibilità, (dello smartphone, intendo,) i tempi di posa erano superiori e scattava foto poco nitide e ancor meno quando venivano scattate all’interno. E delle foto notturne non ne parliamo proprio! Quindi, avevo a disposizione due soluzioni: acquistare uno smartphone “tecnicamente migliore” o un treppiede per impostare gli scatti. A quel punto, il TwistGrip montato su un minitreppiede Pixi mi sembrò la soluzione ideale, poiché era molto meno ingombrante e si adattava molto di più alla mia visione iniziale.

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Quando viaggio e trovo il posto giusto (bar, ristoranti, ecc.), desidero conservare quel luogo nel mio archivio per illustrare l’articolo. Tuttavia, non è sempre molto pratico o a volte addirittura consigliabile, dare spettacolo tirando fuori tutta la propria attrezzatura fotografica davanti a tutti. A questo punto, utilizzare uno smartphone è molto più discreto! E poiché in questo tipo di posti la luce è sempre limitata, per evitare uno scatto sfuocato, devo montare il telefono sul mio minitreppiede con il TwistGrip. Inoltre, se necessario, sopra il morsetto c’è un incavo per collegare una lampada Lumimuse per illuminare la scena.

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Malaga

Quello che rende notevole il TwistGrip è il suo peso e le sue dimensioni (beh, notevole non è proprio il termine appropriato alla fine, poiché per la verità non ti accorgi nemmeno che ci sia!) Da lato a lato, raggiunge le dimensioni di due matite, quindi il TwistGrip entra in qualunque tasca perché i suoi terminali si possono ruotare. Così adesso, insieme al Pixi Evo, lo tengo sempre nella mia “borsa per le escursioni fotografiche in città” e me lo porto ogni volta che so che scatterò qualche istantanea da pubblicare sul web.

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Quando visito una città, ci sono quelle foto “obbligatorie” che chiunque altro ha già scattato e scatterà di nuovo poiché quelle “foto cartolina” piacciono a tutti, e poi ci sono le foto su cui intendo lavorare con più cura da un punto di vista estetico per ottenere una prospettiva meno comune. Con il TwistGrip montato sul giunto sferico del Pixi Evo, riesco a trovare quei punti di vista e quelle angolazioni che sono del tutto fuori dall’ordinario: per esempio, posso raggiungere direttamente il suolo senza dovermi allungare in tutte le direzioni o sdraiarmi a terra per reggere il mio smartphone e scattare la foto al tempo stesso. Così, ho entrambe le mani libere e posso quindi inquadrare agevolmente con un’angolazione bassa.

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Chambéry

Inoltre, l’ho utilizzato come supporto per guardare i video o per giocare durante i lunghi viaggi in auto, in treno e in aereo. Di solito mi stanco i polsi a reggere il mio smartphone. Lo terrei sul grembo, ma dopo un po’ non è una posizione comoda per il collo. Perciò, in treno, la soluzione è di sorreggerlo in qualunque modo possibile, ma ad ogni sbalzo, il telefono cade. Dopo che questo accade per quattro o cinque volte, ti innervosisci parecchio! Adesso, lo monto in una posizione bassa sul minitreppiede con il TwistGrip e mi sembra di stare al cinema! Beh, non proprio, ma sostiene davvero bene. 🙂 Penso che possa anche essere un ottimo accessorio per gli autoritratti, ma si tratta di qualcosa che in realtà non faccio.

TwistGrip-Manfrotto-5

Coeditore del blog sui viaggi Trace Ta Route.

Come amante dell’arte e delle escursioni in montagna, sono appassionato di paesaggi vasti e remoti, praticamente deserti, o di luoghi vuoti. Amo specialmente il sublime, con la sua estetica del vuoto e del silenzio. Tra le mie fonti di ispirazione ci sono le opere di Caspar David Friedrich, Edward Hopper, Luc Tuymans, Hiroshi Sugimoto, Andreas Gursky, Candida Höfer, Bernd e Hilla Becher, Andres Serrano, Eric Poitevin, Michelangelo Antonioni, Gus Van Sant…

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